STUDIO GHIGLIONE COMMERCIALISTI ASSOCIATI |
Fra Luca Bartolomeo de Pacioli, o anche Paciolo, è stato un religioso, matematico ed economista italiano, autore della Summa de Arithmetica, Geometria, Proportioni e Proportionalità e della Divina Proportione. Egli è riconosciuto come il fondatore della ragioneria – 1447 – 1517b qui ritratto in un dipinto di Jacopo dè Barbari(Venezia, 1460⁄70 – 1516 circa |
CIRCOLARE N° 14 DEL 27 – 6 – 2022 |
Oggetto: Enti del Terzo Settore, novità in materia di attività diverse e raccolta fondi |
Con due separati provvedimenti il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha regolamentato alcuni aspetti delle attività che possono essere esercitate dagli Enti del Terzo Settore che sono iscritti al RUNTS. Si tratta dei seguenti:
Come è noto le attività degli ETS si distinguono in:
L’art. 79 del D. Lgs 117/17, al comma 2, prevede: “Le attività di interesse generale etc. si considerano di natura non commerciale quando sono svolte a titolo gratuito o dietro versamento di corrispettivi che non superano i costi effettivi, tenuto conto anche degli apporti etc.” Il comma 2 bis recita: “Le attività di cui al comma 2 si considerano non commerciali qualora i ricavi non superino di oltre il 5% i relativi costi per ciascun periodo d’imposta e per non oltre due periodi d’imposta consecutivi.” Infine i commi 5, 5 bis e 6 dettano regole generali molto stringenti e di generale applicabilità. In sintesi e semplificando:
⚹⚹⚹⚹ In attuazione dell’articolo 6 che prevede l’emanazione di un decreto ministeriale, in data 19 maggio 2021 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 26/7/21) è stato emanato il Decreto n° 107 del Ministero del lavoro e delle politiche sociali che fissa i limiti e le regole da rispettare affinché le attività diverse possano essere considerate secondarie e strumentali rispetto a quelle d’interesse generale. Un aspetto particolarmente delicato che il legislatore ha affrontato con il D. Lgs. 117/17 è relativo a possibili abusi della “non commercialità” fittizia di enti che di fatto esercitano attività commerciali, al fine di usufruire della normativa fiscale agevolata. A tal fine il decreto contiene disposizioni particolareggiate per limitare il concetto di entrate “non commerciali” che quindi non concorrono alla formazione del reddito rispetto alle altre che, invece, sono soggette a tassazione. Occorre che, in ogni esercizio, venga soddisfatta almeno una delle seguenti condizioni: a) i ricavi delle attività secondarie non devono eccedere il 30% delle entrate complessive; b) i ricavi delle attività secondarie non devono eccedere il 66% dei costi complessivi. Vengono dettate regole (abbastanza complesse) relativamente a:
⚹⚹⚹⚹ Con il secondo decreto vengono approvate le linee guida per la raccolta fondi. Si tratta di indicazioni generali valide per tutte le tipologie giuridiche di ETS a prescindere dall’attività svolta. Ricordiamo che l’art. 7 del D Lgs 117/17 definisce l’attività di raccolta fondi come il complesso delle attività ed iniziative poste in essere al fine di finanziare le attività d’interesse generale. Tipici esempi sono la sollecitazione al pubblico anche attraverso l’erogazione di servizi o la cessione di beni di modico valore, la richiesta di lasciti e donazioni e di contributi di natura non corrispettiva. Innanzitutto alcuni punti fermi non espressamente scritti ma ricavabili in via interpretativa:
A livello pratico la raccolta fondi può essere esercitata attraverso i seguenti mezzi:
⚹⚹⚹⚹ A livello di tassazione la normativa è piuttosto complicata in quanto in via di prima istanza si applicano le regole generali del Testo Unico delle Imposte Dirette (normativa generale) che però viene derogata dal decreto 117 in parecchie occasioni da disposizioni particolari previste per le varie tipologie di ETS. La normativa generale prevista dal TUIR all’art. 143, comma 3, lettera a) stabilisce che non concorrono in ogni caso ala formazione del reddito i fondi pervenuti agli ETS a seguito di raccolte pubbliche effettuate occasionalmente, anche mediante offerte di beni di modico valore o di servizi, in concomitanza di celebrazioni, ricorrenze o campagne di sensibilizzazione. In questo caso, ai sensi dell’art. 0 del DPR 600/73, gli enti che effettuano tali raccolte pubbliche di fondi devono adempiere ad uno specifico obbligo di rendicontazione entro quattro mesi dalla chiusura dell’esercizio oltre al normale bilancio di esercizio secondo gli schemi obbligatori ormai previsti dalla normativa. L’apposito e separato rendiconto deve indicare in modo chiaro e trasparente le entrate e le spese relative a ciascuna delle celebrazioni, ricorrenze, campagne di sensibilizzazione e deve essere accompagnato da una relazione illustrativa. Il Codice del Terzo Settore regolamenta la raccolta fondi nei seguenti articoli:
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